venerdì 23 novembre 2012

L'allenamento come mezzo e non come fine

Molto spesso, in particolare per i runner senza schede/tabelle/allenatori, è facile esagerare raggiungendo in allenamento intensità di impegno simili a quelle di una gara.
Il classico atteggiamento del podista principiante è il seguente : esce per una seduta di "medio" poi al 7° km si accorge che potrebbe battere il suo "pb" sui 10km ed inizia un' entusiasmante corsa contro il tempo che lo poterà probabilmente ad un risultato insperato. Bravo si! Ma ha sbagliato allenamento.
Nonostante corra ormai da due anni, una vena di anarchia scorre spesso nei miei pensieri mentre corro, trasformandomi talvolta nel "podista principiante" sopradescritto.
Ricordo in particolare 2 allenamenti nel recente mese di Ottobre, dove mi sono ritrovato improvvisamente a forzare per migliorare dei miei vecchi riferimenti.
Ok, la corsa per me è libertà, ed in fin dei conti non mi rimprovero di certo la ricerca di un pb.. Piuttosto, tornando razionali, con il tempo mi sto accorgendo di quanto sia importante non esagerare troppo spesso in allenamento perchè poi in gara ci si ritrova scarichi non solo fisicamente ma anche mentalmente.
Stimoli troppo intensi e frequenti non consentono al nostro organismo di supercompensare efficamente e porre le basi al miglioramento delle prestazioni.
Alternare carico e scarico con la giusta frequenza è di fondamentale importanza.
Perchè ho tirato fuori questi discorsi?
La scorsa settimana avevo in programma la mezza di Palmanova e sapete bene come è andata a finire. Da Mercoledì a Martedì (6gg) non ho mai corso e complice anche lo stato influenzale credevo di aver perso un pò la condizione. La ripresa Martedì non è stata intensa perchè ancora non mi sentivo in grado di allenarmi al meglio, ieri invece ho ricominciato a "carburare".. ed è qui che entra in ballo tutto il discorso precedente
Mi sono ritagliato un tranquillissimo 8*400 al RG sperato sui 10km (3'45'') con recupero 200 metri di corsetta attorno ai 5'/km. Le gambe erano davvero leggere e la fatica risibile tant'è che ho chiacchierato a lungo con un amico in mtb incontrato lungo il percorso. Dopo le variazioni ho incrementato leggermente correndo facilmente un chilometro in 3'36'', per poi concludere con 300 metri ad un ritmo ancora più veloce (3'/km).
Mi sono sorpreso di questi ultimi riscontri cronometrici, in particolare di riuscire a correre vicino ai 3'30'' ancora al limite dei giri del "motore aerobico" (ovviamente ben presto avrei dovuto "richiedere cavalli" anche all'anaerobico). Emerge chiarissima ed evidente l' importanza dello scarico necessaria per raccogliere i frutti seminati in allenamento. Sorge poi spontanea una riflessione su un nuovo atteggiamento, più maturo, o meno irrazionale, fate voi. In altri tempi, realizzando una giornata di forma fuori dal comune, avrei tentanto la caccia al tempo in una distanza del mezzofondo veloce. Ieri no, freno a mano tirato, consegne rispettate e pensiero a conservare la condizione per ciò che sarà!
Domani, a Zevio (VR), prenderò parte ad una competizione multisport (MTB, corsa) rispettivamente sui percorsi di 14 e 7 km. Non ho nessuna esperienza ne preparazione in mtb, ma un minimo (e dico minimo) di forma ciclistica dovrei averla.. Se sopravivverò nella prima frazione poi ci sarà da divertirsi! ;-)

2 commenti:

  1. E aggiungerei (perchè lo sto provando sulla mia pelle..) che concedersi un periodo di scarico ogni tanto serve a prevenire molti infortuni. La capacità di gestire le proprie risorse fisiche rispecchia un pò la nostra maturità anche nella vita quotidiana, dalla corsa c'è molto da imparare...e lo dico a me stesso!

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  2. un pò alla volta sveli i comandamenti, bravo!
    l'equilibrio tra carico e scarico, unico per ogni individuo, tirano fuori il meglio di ognuno di noi,
    questo non solo nella corsa, ma in ogni cosa della vita
    buon divertimento

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